Normativa

Telecamere in condominio: cosa dice la normativa

telecamere-in-condominio

La videosorveglianza è tra i sistemi di antifurto per casa più utile che esista. Risulta comodo per risalire all’identikit di un eventuale aggressore e per ricostruire le dinamiche di qualsiasi incidente si possa verificare.

Il dubbio lecito che dovrebbe sorgere è se sia possibile a norma di legge installare delle telecamere in condominio. Bisogna essere tutti d’accordo? Si possono inquadrare tutte le porte delle abitazioni? E gli interni di esse? E chi può visionare le registrazioni delle telecamere?

Troverete tutte le risposte all’interno di questo articolo.

Il problema della privacy legato alle telecamere in condominio

Per molto tempo non è esistita in Italia una legge che regolasse l’uso delle telecamere di videosorveglianza in condominio. Di conseguenza, il comportamento della giurisprudenza in merito a questa situazione oscillava di caso in caso. Perché se è vero che le registrazioni consentono di far luce sulle dinamiche di un avvenimento, è altrettanto vero che si assiste a una “lesione e compressione dell’altrui diritto alla riservatezza” se chi viene ripreso non sa di esserlo.

Se le telecamere in condominio fossero state installate sulla base della volontà di un singolo, verrebbe leso un diritto fondamentale degli altri abitanti del palazzo o del quartiere. Ecco perché i Tribunali, nel corso degli anni, non hanno quasi mai riconosciuto come valide le prove offerte dai sistemi di videosorveglianza.

Con un provvedimento dell’8 aprile 2010, il Garante della Privacy ha sollecitato un intervento normativo: solo così si sarebbe potuti arrivare a soluzioni concrete e ragionate che accontentassero due bisogni legittimi e inviolabili: quello della sicurezza e quello della riservatezza.

La legge n. 220/2012

L’intervento normativo che tutti stavano aspettando è arrivato con la legge n. 220/2012 dell’11 dicembre – anche detta riforma di condominio – che ha introdotto delle precisazioni riguardo le norme condominiali già presenti nel Codice Civile.

Il problema delle telecamere in condominio viene affrontato nell’articolo 1122-ter c.c.. In esso, l’uso di impianti di videosorveglianza viene legittimato, ma vengono anche dettati i termini entro i quali muoversi.

“Le deliberazioni concernenti l’installazione sulle parti comuni dell’edificio di impianti volti a consentire la videosorveglianza su di esse sono approvate dall’assemblea“.

Così recita l’articolo dando facoltà all’assemblea di condominio di votare se attuare il sistema di videosorveglianza o meno. Per rendere operative le telecamere è necessario che il numero di voti dell’assemblea rappresenti almeno la maggioranza degli intervenuti e la metà del valore dell’edificio.

In caso di risposta positiva, l’assemblea delibera l’installazione di telecamere di condominio al fine di tutelare la sicurezza delle persone che vi abitano e dei beni comuni. Le registrazioni possono essere usate solo per questi scopi, non per arrecare fastidi a terze persone. Se usate per questi principi, le registrazioni non violano le norme esistenti (nazionali e europee) in materia di privacy.

I cartelli informativi

Lì dove vengano installate videocamere di sorveglianze è opportuno informare i condomini tramite appositi cartelli. La stessa cosa deve essere fatta se il proprio palazzo affaccia sulla strada e l’inquadratura delle telecamere finisce per riprendere i passanti. È opportuno che chi passa da quelle parti sia a conoscenza della presenza del sistema di videosorveglianza e sappia di poter essere ripreso.

Il modello del cartello informativo è indicato dal Garante della Privacy. Esso deve avvisare i cittadini e i condomini della presenza di telecamere e quindi deve essere apposto prima dell’area inquadrata da esse. Esso deve essere ben visibile, anche di notte. L’immagine ritratta è quella di una videocamera di sorveglianza accompagnata dalla scritta “Area videosorvegliata”. Nel cartello troviamo anche il nome del titolare della sicurezza che si occupa di effettuare le registrazioni e la loro finalità. Bisogna specificare se le immagini vengono inviate alla polizia. A queste informazioni, deve aggiungersi anche il tempo di conservazione delle riprese che è limitato in base all’uso che se ne fa. Solitamente, per le realtà condominiali, le registrazioni vengono mantenute per 2/3 giorni al massimo.

È fondamentale che le informazioni presenti nel cartello siano complete e che si dia modo ai cittadini di avere chiara la situazione. Un cartello non adeguatamente compilato potrebbe costituire un reato.

Cosa inquadrano le telecamere in condominio?

Le telecamere in condominio devono essere posizionate in modo tale da inquadrare le aree comuni. Giardino condominiale, ingresso, cancelli, corridoi, terrazzi condivisi possono essere ripresi. Non è possibile, invece, riprendere gli ingressi delle singole abitazioni né tantomeno l’interno delle stesse.

Quando si possono mettere le telecamere senza il consenso degli interessati?

È possibile per il singolo condomino installare delle telecamere di videosorveglianza senza avvisare nessuno, ma solo se esse vengono disposte in modo da riprendere il proprio domicilio escludendo le parti comuni. Ciò può avvenire nel caso in cui l’assemblea di condominio abbia respinto la richiesta di installare delle telecamere, ma chi si era espresso a favore abbia la necessità di farlo lo stesso.

Si possono mettere telecamere in garage o davanti al posto auto o all’interno dell’abitazione; queste telecamere possono non essere segnalate, ma solo se non si inquadra nessuno. La violazione di queste regole costituisce reato (civile o penale a seconda dei casi) ed è passabile di sanzioni.

Chi può visionare le immagini delle telecamere

Lì dove esista un sistema di videosorveglianza, viene nominato anche un titolare del trattamento delle immagini. In condominio questa figura può essere rappresentata dall’amministratore oppure dal proprietario dell’azienda che si occupa del servizio.

Il titolare ha accesso alle immagini registrate e solo lui. Tuttavia, è possibile per un privato cittadino e per gli organi di pubblica sicurezza accedere alle immagini tramite apposite richieste. Le motivazioni devono essere valide e confermate dal titolare il quale farà riferimento a un proprio regolamento di accesso alle immagini. Se le motivazioni del richiedente non risultano necessarie, il titolare può rifiutare l’accesso alle informazioni.

Quanto costa installare le telecamere in condominio

Il costo di un impianto di videosorveglianza in condominio varia a seconda della tipologia di sistema, del numero di telecamere coinvolte e del servizio richiesto. Le telecamere wireless, ad esempio, costituiscono un acquisto molto vantaggioso per la loro efficienza, ma sono anche più costose. Quindi, l’assemblea condominiale dovrà valutare le necessità dei suoi abitanti.

In generale, il costo delle telecamere di videosorveglianza per il condominio va da un minimo di 200 euro a un massimo di 500.

To Top